Enzo Palombi
Nasce in Ciociaria, in uno dei borghi più belli d’Italia, e già dall’adolescenza diventa cittadino del mondo.
Viaggia, parla una nuova lingua e ne conosce più di una, sceglie un lavoro insolito -appassionante, adrenalinico, pericoloso – e continua a girare il mondo. Lo fa per otto volte, ma ancora non balla tango.
Di persone però ne incontra tante, tantissime. Si avvicina a loro spesso, in maniera…insolita adrenalinica pericolosa, ma la moltitudine di umanità che è costretto a incrociare alimenta comunque il suo naturale talento all’incontro.
In uno dei suoi viaggi a Cuba, questa volta per piacere, scopre la salsa – anzi il son – e diventa un ballerino irrefrenabile. Ma ancora niente tango.
Fortunatamente, il suo lavoro – insolito, appunto – lo fa entrare in una milonga.
Non sapeva nulla di tango, non lo conosceva, ma conosceva tante lingue e comunque sapeva ballare: beh… allora chi conosce tante lingue e sa ballare viene mandato per lavoro in milonga?
Eh già, sennò che lavoro insolito è!?
Da molto tempo sulle tracce, tanto gira e tanto segue, che quella sera il destino -personificato dal suo ‘obiettivo’- lo porta lì, arriva alla porta, non può sottrarsi, entra. La musica lo invade, ma deve restare concentrato.
Con fare indifferente, avanza. Guarda la sala con la necessaria apparente distrazione del caso, sì, ok, lui è lì, lo ha localizzato. Lo vede, lo segue con gli occhi, la musica va (oggi gli piacerebbe ricordarsi dell’orchestra che suonava in consolle, forse Rodriguez, ma non ne è sicuro) e, davanti alla ‘barra’ della milonga, ordina un ‘fernandito’ (se lo ricordava da Buenos Aires, non gli è mai piaciuto tanto, ma sapeva che i ballerini di tango lo apprezzavano).
Avanza tra i tavoli come un vero milonguero con cocktail e già con le scarpe ai piedi (fortunatamente quella sera indossava scarpe con la suola!): era pronto per la prossima tanda (naturalmente, allora di tandas e cortinas non ne aveva idea).
E adesso? Seduto al tavolo, il fernandito è quasi finito, non sa ballare e deve restare lì.
Ordina la cena.
La musica cambia, hanno messo un rock’n’roll… cambia di nuovo, adesso ricomincia come prima…
“Bella! – pensa – Bellissima questa musica!” Non sa ballare, deve restare lì, senza distrarsi (ricorda l’unica nota positiva di quel momento, oggi sorride quando lo racconta: “mi sentivo osservato, tante donne mi guardavano, con insistenza”, … però deve restare concentrato).
Mangia con gusto, ma con un occhio al piatto e uno la tavolo lì sulla destra oppure -quando lui si alza per ballare – con un occhio al piatto e un occhio alla pista.
Finisce la cena, sposta un attimo lo sguardo, chiama un cameriere vicino all’ingresso, deve ordinare qualcos’altro… deve restare lì, senza distrarsi.
Intanto la musica si ferma, un uomo con baffi e microfono entra in pista, ringrazia i ballerini il dj lo staff del locale, annuncia l’appuntamento in milonga per la domenica successiva, annuncia l’inizio di un corso per il prossimo giovedì, sempre lì, nello stesso locale…
Ecco, arriva il cameriere e, dietro di lui, appare lei – appena arrivata – la sua salvezza, la donna che diventerà il passe partout per il futuro di quella indagine così importante (in quel momento, ignaro che comunque la sua vita stava per cambiare, anzi era già cambiata).
Baci, abbracci, presentazioni, chiacchere. Con gli altri amici, vengono invitati al tavolo, c’erano tre posti liberi e fare gruppo in questi casi va sempre molto molto bene: più persone da guardare più occhiate per controllare!
Con Malena, Gricel o Ivonne – come ci piace di più, un nome proprio lei ce l’ha ma in questo caso ci piace dargliene uno che sia simbolico – si iscriverà al corso principianti del giovedì e ogni domenica tornerà in quella milonga.
Arresterà poi il suo ‘obbiettivo’, si innamorerà poi di Malena, Gricel o Ivonne, e continuerà a studiare, a ballare…
Da allora, non smise più.
Balla tango dal 2009.